L’EDITORIALE Una tornata elettorale storica

Il punto del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Come arrivano Lodigiano e Sudmilano al termine di questa lunga e intensa campagna elettorale? Tutto sommato in salute, vien da dire, anche se non mancano alcuni segnali di preoccupazione. Abbiamo cercato di raccontare queste settimane nella maniera più obiettiva e distaccata possibile, i nostri cronisti hanno macinato chilometri per dare conto di quel che succedeva nei centri maggiori e per coprire anche i più minuscoli paesi: tutto è perfettibile e se abbiamo commesso qualche errore - sempre in buona fede - chiediamo scusa.Crediamo però di aver svolto un servizio utile per il territorio, con vero spirito giornalistico. Che, lo dichiariamo subito, è il contrario della propaganda a cui abbiamo assistito per settimane sui social - soprattutto Facebook - in cui i candidati senza contraddittorio hanno illustrato le loro idee: tutto assolutamente legittimo, a patto che i cittadini, anche quelli meno avvezzi alle tecnologie, siano consapevoli che si tratta di posizioni di parte - in alcuni casi inserzioni a pagamento - e non di contenuti giornalistici, cioè dove vi è la presenza di un contraddittorio. Ci sia concessa questa piccola parentesi, solo per amor di verità e nel rispetto dei tanti corrispondenti locali che hanno dimostrato ancora una volta di rappresentare l’architrave democratica dei nostri territori.

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Vediamo adesso di trarre qualche conclusione alla fine della campagna elettorale.

Il nemico principale da combattere nel fine settimana sarà l’astensionismo, un virus che sta infettando tornata dopo tornata anche le elezioni comunali, quelle in cui storicamente l’affluenza alle urne è più marcata. A questo si abbina una seconda preoccupazione, che riguarda il calo della partecipazione all’amministrazione del bene comune. In alcuni centri - pensiamo a Casalpusterlengo con otto liste e due validi candidati, a Sant’Angelo Lodigiano, Tavazzano, Paullo, Peschiera Borromeo - si registra una grande effervescenza, con tanta gente e soprattutto tanti giovani impegnati, che si candidano o comunque che hanno vissuto in maniera attiva la formazione delle liste e le settimane che precedono le elezioni. Altrove però il piatto piange. In provincia di Lodi, ad esempio, abbiamo ben 16 Comuni in cui si andrà al voto con un solo candidato sindaco, perché nessun altro si è fatto avanti. Non è un bel segnale, non solo perché il confronto è il sale della democrazia, ma anche perché fra i centri monolista non ci sono soltanto piccoli-piccolissimi paesi. Vien da pensare che il disimpegno sia un male della nostra società - lo vediamo anche nel mondo delle associazioni e del volontariato - ed è per questo che abbiamo accolto pochi giorni fa in redazione una pattuglia di candidati sindaco monolista coordinati da Marco Vighi di Casalmaiocco per lanciare un appello agli elettori: andate a votare e riappropriatevi del concetto di partecipazione. Poi, certo, da lunedì, tutti insieme dovremo lavorare per riavvicinare i cittadini alla politica e all’impegno amministrativo, altrimenti le nostre comunità rischiano di spegnersi.

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A proposito di partecipazione, qualche nome nelle liste si inizia a leggere, ed è positivo, ma anche in questa tornata è di tutta evidenza che l’impegno degli stranieri - ormai parte integrante delle nostre comunità - risulta poco incisivo. Diciamo che la composizione delle liste non rispecchia il reale peso numerico che la popolazione straniera ormai ha nella nostra società. Sarà probabilmente un percorso lungo fatto di fughe in avanti, stop e ripartenze: l’auspicio che ribadiamo con forza è che gli stranieri possano davvero integrarsi nelle formazioni politico partitiche e civiche già presenti; dobbiamo al contrario evitare a tutti i costi un impegno identitario, ad esempio su base religiosa o ideologica, perché è quello che iniziamo a scorgere con estrema preoccupazione nella vicina Francia, certamente il paese europeo in cui l’integrazione appare maggiorente problematica, soprattutto con gli immigrati di seconda e terza generazione.

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Da osservatori esterni possiamo dire che nella maggior parte dei casi abbiamo assistito a campagne elettorali serene, senza particolari elementi di criticità. Il veleno, se c’è stato, si è prevalentemente riversato nella rete, sui social e a questo proposito vien da chiedersi se davvero questo è il modello di confronto civile a cui vogliamo abbassare la nostra società. E vien da chiedersi anche se tutti gli sforzi - anche economici - profusi dai candidati sui social poi effettivamente pagheranno o se il vecchio metodo del “porta a porta” e dei caffè al bar, dove si guardano negli occhi le persone, resti quello più efficace.

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Gli ultimi giorni prima del voto sono stati infine profondamente segnati, nel Lodigiano, dal suicidio del sindaco di Corte Palasio, Claudio Manara: un dramma che ha lasciato sconcerto e smarrimento in molti amministratori pubblici. È un episodio che da cronisti registriamo, con la dovuta delicatezza, consapevoli che la mente umana non è affatto facile da indagare e dunque non è opportuno spingersi a individuare le ragioni di un gesto così estremo. Il silenzio e la preghiera, al contrario, si addicono certamente a un momento tanto doloroso per l’intera comunità di Corte Palasio e per il Lodigiano tutto.

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