LODI Le speculazioni sul biogas e il metano di Putin

Invece di puntare alle rinnovabili si è continuato ad implementare l’importazione di combustibili fossili

Qualche settimana addietro, nel corso di una conferenza per l’Unitre di Lodi sulle future opportunità offerte dalle fonti energetiche rinnovabili, richiamammo l’importante contributo ascrivibile al biogas, il metano biologico che, in determinate condizioni operative, è possibile recuperare, utilizzando, come materie prime, gli scarti dell’industria alimentare, la frazione “umida” dei rifiuti urbani, e, soprattutto, le deiezioni organiche degli allevamenti.

I dati forniti dal CIB (Consorzio Italiano Biogas) riportavano nel 2018 l’esistenza, in Italia, di 1500 specifici impianti (prevalentemente in ambito agricolo), in grado di generare diverse migliaia di Gwh elettrici, pari al 3% della domanda nazionale di elettricità. La produzione di biogas, se assistita da adeguata programmazione, potrebbe ulteriormente aumentare e raggiungere, nel prossimo decennio.

sempre secondo le stime del medesimo ente, più di 8 miliardi di metri cubi corrispondenti al 10% circa delle attuali, adesso costosissime, importazioni di metano.

Riteniamo opportuno fornire brevemente alcune essenziali informazioni sul tema, onde meglio esplicitarne i benefici, specie in considerazione del ruolo primario che il settore degli allevamenti intensivi ricopre nel Lodigiano.

Fondamentale, innanzitutto, chiarire che il biogas, contrariamente ai combustibili fossili, non contribuisce all’inquinamento atmosferico perché, quando brucia, restituisce all’atmosfera la medesima quantità di anidride carbonica che era stata sottratta per la sintesi dei composti organici costituenti le biomasse in riutilizzo.

Il processo che viene attivato nella suddetta conversione è denominato digestione anaerobica. La digestione anaerobica è una fermentazione catalizzata da specifici agenti microbici, condotta in appositi ambienti privi di ossigeno. In tali condizioni la materia organica, residente nelle biomasse, si riduce in un aeriforme prevalentemente costituito da metano, composto di semplice composizione chimica, ma, come ben noto, di elevato potere calorico, rilasciando, al contempo, un residuo adatto ad essere trasformato in pregiato fertilizzante.

In definitiva, ciò che sicuramente costituisce un fastidioso rifiuto, altamente nocivo per l’ambiente, viene così trasformato in materiali non solo innocui, ma di notevole valore economico, ciò costituendo un probante esempio di economia circolare e sostenibile. In assenza di tale bonifica, infatti, i reflui delle attività zoo-produttive sviluppano lo stesso il metano che liberato in atmosfera, contribuisce pesantemente al deleterio effetto serra, responsabile del riscaldamento globale.

Nel nostro Paese, come ripetutamente accade in diversi ambiti, la bontà di un’idea viene spesso trasformata in sporca speculazione

Nel nostro Paese, tuttavia, come ripetutamente accade in diversi ambiti, la bontà di un’idea viene spesso trasformata in sporca speculazione.

Uno dei passati governi, pur tra errori e inadempienze, aveva individuato, subito dopo la crisi economica dei primi anni del nuovo secolo, la produzione di biogas agricolo come interessante tecnologia, meritevole di congrui finanziamenti.

Una frangia di imprenditori, che chiamarli tali dequalifica la categoria, interpretò il provvedimento come un comodo sistema per realizzare lauti profitti senza fatica.

Una frangia di imprenditori, che chiamarli tali dequalifica la categoria, interpretò il provvedimento come un comodo sistema per realizzare lauti profitti senza fatica

Utilizzando gli aiuti statali, il capitale investito per la costruzione di un digestore per la produzione di biogas poteva essere recuperato in un paio di anni. Inoltre alimentandolo con mais non ancora maturo, con sorgo o, addirittura, con farine alimentari al posto dei rifiuti, era possibile velocizzare la produzione ed aumentare la resa di biometano che poteva essere ceduto, sempre assistito dai contributi governativi, a un prezzo quattro volte quello corrente. Con tale artifizio, esaurendo le preziose risorse pubbliche predisposte per conseguire un beneficio, parecchi lestofanti hanno realizzato arricchimenti truffaldini, mascherati di legalità.

Oggi con una crisi economica che rischia di strangolare la produttività delle nostre imprese, si scopre tardivamente, e quanto prima riportato ne costituisce chiara esemplificazione, la sconsideratezza della politica energetica, condotta nell’ultimo ventennio.

Oggi scopriamo la sconsideratezza della politica energetica condotta nell’ultimo ventennio

Invece di promuovere e sorvegliare le corrette procedure per il proficuo utilizzo delle biomasse e delle altre fonti energetiche rinnovabili, si è continuato ad implementare le importazioni di combustibili fossili, facendo, con colpevole miopia, raggiungere al metano russo primati a dodici cifre, improvvisamente rivelatisi un clamoroso boomerang..

Così, dopo aver permesso al malaffare di “cicaleggiare”(mi si passi il neologismo) preziose risorse, altrimenti e molto meglio spendibili, oggi ci ritroviamo ad attendere, con trepidante preoccupazione, l’arrivo dell’inverno. Ahi serva Italia…

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