Editoriali / Lodi
Sabato 22 Aprile 2023
Scuole lodigiane a rischio, dobbiamo far fronte comune
Dopo il caso Cortepalasio, situazione critica per i plessi di San Gualtero, Orio, Ospedaletto e Senna
«Le scuole senza alunni sono il futuro del Lodigiano?» scriveva in prima pagina «il Cittadino» lo scorso sabato. Nell’articolo di fondo avevamo lanciato l’allarme per una serie di situazioni nelle quali, a settembre, le classi rischiano di non essere aperte per mancanza di alunni o al contrario, a fronte di un numero di alunni adeguato, per mancanza di docenti, con grave danno per le famiglie e i bambini.
Ora, sette giorni dopo, il quadro lodigiano si è fatto ancora più allarmante e dunque siamo obbligati a tornare sull’argomento. Non ce ne vogliano il provveditore agli studi e i dirigenti scolastici (abbiamo scritto che non vorremmo essere nei loro panni e lo ripetiamo ora), tuttavia è arrivato il momento di provare a gettare il cuore oltre l’ostacolo e non ragionare unicamente in termini di freddi numeri.
Proviamo, innanzitutto, a fare il punto, sulla base delle informazioni che finora abbiamo raccolto. A Corte Palasio ci sono veramente troppi pochi iscritti per formare la classe prima e anche l’ipotesi di una deroga al momento non è percorribile. Alla scuola primaria di San Gualtero, quartiere di Lodi, ci sono meno iscritti rispetto al limite di legge per formare la prima, ma la differenza tra gli iscritti e il numero fissato dalla norma non è enorme e dunque, con un po’ di buon senso, si potrebbe forzare la mano, anche perché il sindaco e la vicesindaca di Lodi hanno dichiarato di lavorare in tal senso e il parroco di San Gualtero ha lanciato un appello pubblico perché se muore una scuola muore una comunità.
Poi c’è il caso di San Martino in Strada: ci sono troppi bambini iscritti alla scuola dell’infanzia, mentre il Ministero al momento non concede insegnanti in numero adeguato. La conseguenza è che una dozzina di famiglie si sono sentire dire dalla scuola che non è possibile iscrivere i loro figli, vadano altrove. Il sindaco è sulle barricate ma purtroppo, a ieri, non ci sono novità positive, sebbene anche il prefetto di Lodi si sia interessato.
Ci sono poi altri casi, nuovi, emersi nel corso di questa settimana. A Ospedaletto Lodigiano, Orio Litta e Senna Lodigiana è a rischio la creazione della classe prima della scuola primaria perché il numero degli iscritti non soddisfa i criteri di legge. I sindaci sono possibilisti e sperano si possa andare in deroga anche perché, ad esempio nel caso di Orio Litta, fra due anni il numero dei bambini pronti per andare in prima sarà nuovamente superiore ai limiti di legge.
Che fare? Nelle situazioni come Corte Palasio, dove davvero i numeri non ci sono, è impossibile fare battaglie contro i mulini a vento e lo stesso sindaco ne è consapevole. Ma in tutti gli altri casi, dove c’è un barlume, è necessario battersi per far partire la classe prima, anche in deroga, anche se quel “maledetto” limite di legge non viene rispettato. Perché stiamo parlando di bambini che non sono pacchi e di comunità che senza la scuola rischiano di subire un duro colpo.
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In questi giorni il governo annuncia interventi straordinari per rilanciare le nascite e sostenere le famiglie. Le famiglie si sostengono con i servizi, ad esempio con le scuole. Anche se piccole, cerchiamo di tenerle attive, laddove possibile, con un po’ di sforzo, di inventiva e facendo fronte comune in un territorio piccolo ma generoso come il Lodigiano: sindaci, presidente della Provincia, assessori e consiglieri regionali, parroci, sindacati della scuola, insegnanti, partiti politici, associazioni sportive, genitori... mettiamoci insieme per fare pressione, per farci sentire e difendere i nostri diritti. «Il Cittadino» è al fianco di quanti stanno facendo di tutto per non far morire le proprie comunità.
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Chiudiamo con un appello, perché la situazione di San Martino in Strada è vergognosa. Le istituzioni del territorio intervengano energicamente: la scuola dell’infanzia non è scuola dell’obbligo ma è importante per la formazione dei nostri bambini e un Paese che non fa più figli non può permettersi il lusso di chiudere le porte in faccia alle famiglie.
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