Gentile Direttore,desideriamo esprimerci in merito agli articoli dei giorni scorsi sulla Direzione della Casa Circondariale di Lodi.Non desideriamo entrare in alcuna polemica con chi ha firmato le dichiarazioni uscite sul Vostro quotidiano, oltretutto non ne possediamo il titolo. Piuttosto, ci auguriamo che gli aspetti prettamente sindacali possano trovare presto la strada di una soluzione. Ci sentiamo invece di poter testimoniare ciò che attiene alla nostra esperienza diretta, benché circoscritta e parziale: ci occupiamo del progetto genitorialità, entriamo settimanalmente in istituto e incontriamo gruppi di padri detenuti, proseguendo un progetto condotto precedentemente da altri colleghi.Crediamo siano necessari degli «aggiornamenti» delle notizie da Voi pubblicate.La «non condivisione coi volontari», per quanto abbiamo potuto constatare, non risulta attuale: infatti già dallo scorso anno è stato istituito un momento di incontro mensile con i collaboratori esterni, volontari e non, strutturato proprio nell’ottica del confronto, della condivisione e del raccordo.Vorremmo inoltre evidenziare che in tutti gli ingressi abbiamo sempre trovato la più alta collaborazione, sia da parte della Direzione e del suo staff, sia da parte del personale penitenziario, che si è sempre prodigato per rendere il più agevole possibile il nostro lavoro, mettendosi al nostro servizio e al servizio del gruppo che con noi ha lavorato, senza minimamente far trapelare alcuna tensione che può aver condotto alla stesura degli articoli. Sempre a partire dal contesto circoscritto della nostra osservazione, abbiamo realmente rilevato la significatività di alcune scelte operate dall’attuale direzione volte a migliorare la qualità e la crescita stessa dei detenuti: ci riferiamo ad esempio sia al progetto in cui siamo coinvolte, sia alle esperienze di socializzazione esterne che abbiamo potuto vedere. Il «progetto Pinocchio», che ha coinvolto nella recitazione alcuni detenuti e i bambini della scuola primaria di Sordio, ad esempio, è stata un’esperienza di altissimo valore pedagogico, descritta dai detenuti che vi hanno partecipato e dal personale educativo scolastico come un’occasione trasformativa. L’impatto di questo è stato sia dichiarato dai detenuti, sia riscontrato durante il lavoro di gruppo e nei cambiamenti di chi ha potuto prendervi parte.Pensiamo anche al lungo percorso inserito all’interno della genitorialità dello scorso anno, denominato «messaggio in bottiglia» e terminato con la serata per le famiglie, che ha avuto un’alta valutazione da parte dei partecipanti. La registrazione su cd di in sinergia con un fonico locale, delle fiabe personalizzate lette dai papà e donate al proprio figlio, sia la cura messa nell’organizzazione della speciale serata di incontro con le famiglie sono state più volte citate dai partecipanti come esempio di esperienza all’avanguardia. Ogni bambino ha infatti potuto portare a casa con sé il proprio unico cd, con una fiaba scelta e letta dal proprio papà, registrata con strumenti professionali e appunto completata dal lavoro egregio del fonico.Ancora, durante la serata Gospel del 13 dicembre scorso, il lavoro recitato dai detenuti ha avuto un grandissimo valore, grazie ai brani stesi da loro (ovviamente con l’aiuto della regista), con un lavoro di memorie e di elaborazione della paura. È stato molto intenso, e, ad uno sguardo attento, non è sfuggito il lavoro importante di elaborazione emotiva che è stato condotto dall’attrice nei mesi precedenti. Ci rendiamo conto che, in un mondo ideale, tali esperienze di qualità sarebbe bello potessero riguardare tutti gli ospiti della Casa Circondariale, anziché una piccola parte... nondimeno sono l’espressione di uno sforzo notevole e, nella difficoltà generale delle carceri italiane, affatto scontato.Cordiali saluti, per il Progetto Genitorialità,
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