Interni
Martedì 24 Dicembre 2013
Padre Pozzoli e il Papa,
storia di una vocazione
Il salesiano di Senna battezzò Bergoglio in Argentina e ne sostenne la scelta vocazionale; un inedito del Pontefice tradotto per la prima volta e pubblicato
Il 20esimo anniversario di matrimonio dei genitori, una pasticceria in Buenos Aires, i cinque figli e il sacerdote «padre spirituale della famiglia». Così Papa Francesco ricorda un giorno decisivo per la sua vocazione: il 12 dicembre 1955, quando padre Enrico Pozzoli, missionario salesiano nato a Senna lodigiana, lo aiutò a convincere i genitori ad accogliere il desiderio di diventare sacerdote. È lo stesso Jorge Bergoglio a raccontare l’episodio in una testimonianza battuta personalmente a macchina il 20 ottobre 1990, dopo aver celebrato la messa nel 29esimo anniversario della morte di Pozzoli. La testimonianza è pubblicata nell’edizione del 23 e 24 dicembre 2013 dell’«Osservatore Romano» (che riproduciamo qui a lato): il primo Natale di Papa Francesco è anche il suo anniversario di Battesimo, sacramento che ricevette da don Enrico Pozzoli il 25 dicembre 1936.
«Il Cittadino» era stato il primo quotidiano a parlare, sabato 18 maggio 2013, del missionario di Senna che battezzò il futuro Papa. Francesca Cerri aveva portato alla luce il legame tra la lettera di Bergoglio del 1990 e le testimonianze storiche lodigiane su Pozzoli, fissate in La diocesi di Lodi per la Chiesa nel mondo (2009) di don Giulio Mosca, e nell’opuscolo Lodi e le missioni cattoliche (1925).
«A lui ci si rivolgeva in famiglia ogni volta che c’era un problema, o quando si aveva bisogno di un consiglio - ricorda Papa Francesco -. Alcune volte durante l’anno (in genere per Sant’Enrico) veniva a pranzo a [... ] casa dei miei nonni materni [... ] e lì ci riunivamo tutti a festeggiarlo con ravioli: era il P. Spirituale della famiglia». Ancora: «È intervenuto in modo decisivo, nel 1955, con la storia della mia vocazione». Papà e mamma non sapevano ancora nulla. «Andai da P. Pozzoli e gli raccontai tutto. Esaminò la mia vocazione. Mi disse di pregare e di lasciare tutto nelle mani di Dio. Mi diede la benedizione di Maria Ausiliatrice. Ogni volta che recito il Sub tuum praesidium mi ricordo di lui. Naturalmente in casa nasce l’idea: perché non sentiamo P. Pozzoli? E io, con la miglior faccia del mondo, dissi di sì.» Don Enrico dunque celebra la Messa per i 20 anni di matrimonio dei genitori ed è poi invitato in pasticceria «P. Pozzoli (che sapeva di cosa si sarebbe parlato) accettò senza esitare - scrive Bergoglio -. Che libertà di spirito per aiutare una vocazione! A metà della colazione si pone la questione. P. Pozzoli dice che l’Università va bene, ma che le cose vanno prese quando Dio vuole che si prendano... e comincia a raccontare storie diverse di vocazioni (senza prendere partito), e alla fine racconta la sua vocazione. [... ] come gli fu dato quello che non aspettava... Bene, a questo punto “ormai” i miei genitori avevano sciolto il cuore. Naturalmente P. Pozzoli non finì dicendo che mi lasciassero andare in Seminario né esigendo da loro una decisione... Semplicemente si rese conto che doveva «ammorbidire», lo fece... e il resto venne da sé. Era tipico di lui: [... ]. Uno non sapeva dove voleva andare ... ma lui sì; e generalmente non voleva arrivare a un punto dove si riconoscesse che “aveva vinto”. Quando “annusava” che stava per ottenere quello che voleva, si ritirava prima che gli altri si rendessero conto. Allora la decisione veniva da sola.
La testimonianza di Papa Francesco sarà interamente pubblicata sul «Cittadino» di sabato 28 dicembre.
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