LODI Lavoro di giorno e studio di sera: «Così a 40 anni siamo diventati ragionieri»

La storia di Sabrina Nuzzi e Giovanni Belli, che con coraggio e determinazione si sono rimessi in gioco

A tutti è concessa una seconda chance. Giovanni Belli e Sabrina Nuzzi l’hanno colta al volo. Studenti lavoratori di 43 e 40 anni, i due si sono rimessi in gioco e, a distanza di moltissimo tempo dall’ultima volta, si sono nuovamente seduti sui banchi di scuola per completare il loro ciclo di istruzione superiore. Risultato: un 96 ed un 94 alla maturità 2024, i migliori della classe VZ, e il diploma da ragioniere da mettere in cornice accanto ai risultati scolastici di figli e figlie.

Sì perché Sabrina e Giovanni hanno le loro rispettive famiglie, i loro figli, più o meno della stessa età della maggior parte degli studenti che nella sezione Z quest’anno hanno affrontato e concluso il ciclo di istruzione serale promosso dall’istituto Bassi di Lodi.

«Non è stato facile, abbiamo dovuto fare tanti sacrifici tra famiglia e lavoro, ma ne è valsa la pena» dicono i due, che per tre anni, la durata del ciclo di scuole serali che condensa 5 anni in 6 quadrimestre, sono stati compagni di classe. «Io sono originaria di Benevento - dice Sabrina -. Nella mia famiglia la scuola e l’istruzione venivano ritenute come qualcosa in secondo piano rispetto al lavoro, e così a 13 anni appena finite le medie sono andata a guadagnarmi lo stipendio. Poi mi sono sposata molto giovane con mio marito che fa il poliziotto, abbiamo avuto figli e poi ci siamo trasferiti nel Lodigiano, a Turano, dove attualmente viviamo. Io faccio la cassiera ad un supermercato del paese. Tre anni fa ho voluto fortemente rimettermi in gioco per completare il percorso di studi. Mi sono iscritta al Bassi e mi sono detta “proviamo”. Dopo un mese i risultati sono stati ottimi e così sono andata avanti fino alla fine».

Una storia simile appartiene anche a Giovanni: «Io sono di Milano, dopo la terza media sono andato a lavorare nel settore metalmeccanico. Un qualcosa che mi ha formato profondamente. Poi sono passato a lavorare per una multinazionale giapponese come tecnico applicatore prima e responsabile vendite poi. Attualmente mi occupo sempre di vendite ma per un’azienda che opera su suolo nazionale. La mia carriera professionale oggi mi soddisfa, ma sentivo che mancava qualcosa. Il diploma di ragioneria è solo l’inizio, perché a settembre affronterò l’università, facoltà di economia».

Sacrificio, volontà, dedizione: una ricetta che per Sabrina e Giovanni è valsa un diploma, assieme anche alla concreta dimostrazione che non è mai troppo tardi per raggiungere i propri obiettivi.

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