«Anche i cacciatori, e non solo i podisti, si attengono alle restrizioni»

PESTE SUINA La replica di Marazzina agli appassionati di marce

Gentilissimo Direttore, da appassionato dell’ars venandi già dall’età di 17 anni (ho vissuto fin ora 50 nuove albe) sono profondamente rammaricato da quanto apparso nella rubrica Lettere e Opinioni dello scorso 19 settembre, a firma del Signor Gabriele Ferrari del Comitato Fiasp Lodigiano, che esterna problemi e criticità generate dalla peste suina, che toccano la categoria degli appassionati podisti che rappresenta, chiamando in causa i cacciatori. Spiace che esordisce mettendo subito e solo nel mirino (parafrasando un termine venatorio) noi cacciatori per cercare, forse, di dare maggior risalto al Suo dire, magari cavalcando un’onda emotiva di quanti non vogliono la caccia, ma preferisco dire di quanti non vogliono conoscere la caccia prima di ergersi a giudici.

Il Signor Ferrari lamenta che, gli enti che hanno emesso ordinanze, direttive, restrizioni e

quant’altro volte a fronteggiare la peste suina, non abbiano un minimo di conoscenza del mondo podistico; personalmente non entro nel merito di quanto afferma, però mi permetto invitarLo a verificare le restrizioni che anche noi appassionati della caccia subiamo in questo contesto, restrizioni che non sto ad elencare, ma che il Signor Ferrari può benissimo verificare dalle medesime ordinanze e direttive in vigore. Un’ultima considerazione, il mondo venatorio Lodigiano, considerato che il problema sollevato è circoscritto al nostro territorio, ha subìto e subisce da sempre (ad ogni emanazione dei calendari venatori) notevoli restrizioni, però mai abbiamo puntato il dito ad altri appassionati delle varie discipline sportive (tanto meno ai podisti) per piangere la propria condizione.

Ritengo che il Signor Ferrari abbia perso una opportunità di farsi eventualmente promotore di azioni comuni, supportate anche da pareri tecnici, coinvolgendo le associazioni di quanti condividono la passione del vivere la natura, tra i quali anche noi cacciatori, per fare fronte comune alla vicenda. Colgo questa l’opportunità per esprimere il personale rammarico nel constatare che nessun rappresentante del mondo venatorio lodigiano, ed in particolate di Federcaccia, abbia ritenuto di intervenire non solo nel merito delle esternazioni del Signor Ferrari, ma soprattutto nel merito delle vicissitudini vissute da noi cacciatori nei giorni antecedenti l’apertura della stagione venatorio. Ma di questo se ne potrà riparlare.

Ringrazio per l’ospitalità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA