«Chiediamo protocolli locali di sicurezza per l’edilizia, l’agricoltura e la logistica»

Non chiude mai l’orrenda contabilità dei morti sul lavoro ma il risultato è comunque sempre in perdita, perdita di vite umane, di speranze, di affetti, di futuro, specie quando sono coinvolti dei giovani. In questi giorni due tragici episodi hanno colpito l’opinione pubblica, a livello locale e nazionale ed entrambi hanno visto coinvolti due giovani, diversi ma uguali: diversi per nazionalità e condizione lavorativa (regolare il ragazzo di Brembio, irregolare l’immigrato indiano della provincia di Latina) ma uguali per destino tragico e prima ancora per comune umanità. Quell’umanità che dovrebbe essere sempre il faro che illumina ogni agire umano, che si tratti di attività d’impresa.

Legambiente chiede che si attivino protocolli locali di sicurezza, a partire dal tavolo aperto in Prefettura, grazie alla sensibilità del Prefetto di Lodi e delle organizzazioni sindacali. I settori più colpiti dagli incidenti, per frequenza e gravità, anche nel Lodigiano, sono quelli dei lavori agricoli, della logistica e trasporto e dell’edilizia.

Abbiamo riscontrato grande attenzione e sensibilità nell’invito che ci ha prontamente proposto il Prefetto di Lodi, dott Enrico Roccatagliata, il 9 maggio scorso e, ancor prima le organizzazioni sindacali che abbiamo incontrato. Agli ordini professionali e alle imprese chiediamo la disponibilità a firmare un Protocollo per i “Cantieri Sicuri”, con badge di cantiere che certifichi l’identità e la posizione contrattuale di chi entra nei cantieri. Ci aspettiamo una azione propulsiva, come accaduto a Milano e Monza da parte dei sindaci e della presidenza della Provincia. Analogo deve essere l’impegno nei settori della logistica e dell’agricoltura.

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