Lettere al Direttore / Lodi
Giovedì 13 Aprile 2023
«Fino ad ora le istituzioni cosa hanno fatto contro la siccità?»
Il contributo di Alberto Resemini
Illustre Direttore,
Nell’agenda del Governo Meloni è entrata prepotentemente la questione siccità.
Solitamente questo problema incombe nei mesi estivi; quest’anno è sorto, invece, in primavera (anche se non è da escludersi un revival estivo).
Oggi la siccità è una cosa seria, tant’è che il Governo intende varare quanto prima un Decreto Legge ad Hoc (o almeno così si spera).
Va bene fare riunioni interministeriali per valutare come gestire l’emergenza idrica e come approvvigionare i settori maggiormente colpiti dalla scarsità d’acqua (agricoltura in primis).
Si approfondiscano pure i dettagli tecnici e pratici; poi però si faccia con urgenza sintesi delle varie proposte/posizioni e si adottino le misure ritenute più consone ed efficaci.
Sono decenni che vari esperti del settore enunciano proposte su come fronteggiare il grave problema della carenza di acqua fluviale (della quale l’agricoltura principalmente usufruisce).
Tutto bene, tutte belle intenzioni, ma le istituzioni preposte cos’hanno fatto per alleviare un fenomeno che si ripresenta puntualmente ogni anno?
Finora poco, solo tante parole, che terminano sempre nella richiesta della creazione di una Commissione speciale che occupi del sistema idrico integrato.
La classica soluzione per non fare niente facendo sembrare, invece, di fare molto.
Fa specie sentire ora politici che hanno avuto responsabilità dirette in questo specifico settore (peraltro concludendo poco), ergersi a consiglieri dei loro successori, invocando rapide e risolutive soluzioni! Da non credere…
È assodato che il territorio è vulnerabile sotto l’aspetto delle manifestazioni climatiche estreme (siccità, grandine). Una delle soluzioni in campo, e che trova tutti concordi è la realizzazione (rapida) di parecchi invasi per contrastare le ricorrenti siccità che mettono davvero in ginocchio un comparto fondamentale come quello agricolo.
Questi enormi serbatoi idrici devono servire ad aumentare la raccolta di acqua piovana (oggi ferma ad un misero 15%).
Penso che tutti noi si possa convenire con la tesi esposta da Coldiretti quando sostiene che ci sono aziende pubbliche e private che hanno pronti progetti fin da subito cantierabili che garantirebbero acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e pure per generare energia cosiddetta pulita.
Quando si inizierà a mettere in pratica queste in pratica giudiziose iniziative? Non è mai troppo tardi…
È risaputo che la siccità sta creando grandi problemi, soprattutto (come è ovvio che sia) al settore agricolo e questo non solo a causa delle precipitazioni minime, ma pure per le scarse nevicate che stanno desertificando le montagne italiane, mentre si discute ampiamente (spesso anche a sproposito) dei cambiamenti climatici ai quali vengono attribuite tutte le colpe, vere o false che siano.
I nostri “vecchi”, testimoniano che già negli anni cinquanta/sessanta sussisteva una situazione simile. Ciò significa che i cambiamenti climatici contano relativamente. Logica vorrebbe che si capisse che certi cambiamenti sono ciclici e si ripropongono nel tempo, anche a distanza di pochi anni, pur non escludendo che delle macro-variazioni sul sistema climatico esistono.
Al riguardo preoccupa non poco la situazione del Po. Gli esperti sostengono che per la mancanza di piogge il cuneo salino ha raggiunto la soglia critica che può rendere l’acqua del fiume inutilizzabile ai fini agricoli.
E questo sarebbe un dramma immane. Se ciò dovesse avverarsi i raccolti sarebbero tutti a rischio: dal riso, al girasole, al mais, alla soia e via discorrendo.
Ma anche le coltivazioni di altri cereali e foraggi per gli animali subirebbero un tracollo.
Inutile sottolineare che i territori sono in ginocchio. È per questo che si sollecita il governo a varare interventi tempestivi. Occorre investire notevoli risorse se si vuole davvero fronteggiare, e possibilmente risolvere, un fenomeno che, purtroppo, si ripete con sempre maggior frequenza.
Grazie e Cordiali Saluti
Alberto Resemini
Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA