«Il no allo Ius Scholae di alcuni sindaci:
se l’integrazione è uno spauracchio...»

La lettera di Oreste Abbà

Gentile Direttore,

ci sono momenti nella vita di ciascuno che obbligano a riflessioni che vanno oltre il vivere quotidiano, per adeguarsi alle mutazioni che la vita propone. Naturalmente è necessario prestare attenzione alle situazioni nuove che si presentano nella società e nel contesto di comunità delle quali si fa parte.

Capita anche di avere a che fare con personaggi di “alto grado” politico, che pretendono di poter stabilire con certezza, che il presente vale se resta vincolato a sé stesso, indipendentemente dai cambiamenti che si susseguono nell’universo mondo.

Con costoro, non ci sono possibilità di confronto né di dialogo tantomeno. Per averne dimostrazione leggere le dichiarazioni in tema di diritto di cittadinanza, rilasciate da alcuni Sindaci del Lodigiano a “Il Cittadino” di Mercoledì 21 Agosto u.s., per i quali le leggi vigenti soddisfano adeguatamente, le esigenze di progresso civile e di integrazione sociale. Tra l’altro il titolo in prima pagina: “Cittadinanza italiana a ragazzi stranieri”, lascia intendere che i soggetti a cui si riferisce sono, appunto, stranieri.

Si tratta di nati sul suolo italiano, figli di genitori immigrati che lavorano, pagano le tasse e contributi di previdenza. Come si possa dire straniero a chi è nato in Italia è un mistero.

Quindi no al diritto di scuola (Ius Soli) e no al diritto di studio (Ius Scholae) e di percorso di scolarità e cultura per ottenere la cittadinanza italiana.

Messa così ben si capiscono le resistenze al progredire verso una maggiore integrazione in Europa, accampando pretesti quali il “padroni a casa nostra”, di cui troppi si fanno scudo. È il termine padroni a cui sono affezionati alcuni personaggi della politica, chi ci governa in primis, e la parola integrazione diventa lo spauracchio da esorcizzare.

Animo gente, prima che ve ne rendiate conto accadrà e ne sarete stupiti: come un gol in contropiede subito in pieno recupero!

Oreste Abbà

Lodi

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