LODI Sale comunali, mozione antifascista: «Non è stata una prova di forza»

La lettera di Ivano Mariconti

“Dietro un regime e la sua ideologia c’è sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri e di insormontabili pulsioni”. Così affermava Umberto Eco in una sua conferenza che porta la data del 25 aprile 1995, poi pubblicata con il titolo “Il fascismo eterno”.

Ed è proprio prendendo spunto da questo assunto che il gruppo del Partito Democratico di Lodi presente nel Consiglio Comunale ha deciso di proporre una mozione a sostegno delle iniziative di carattere antifascista, attraverso il quale si impegnano il Sindaco e la Giunta ad adoperarsi affinché la concessione degli spazi e delle sale pubbliche sia contempli, da parte dei soggetti richiedenti, la sottoscrizione di una dichiarazione in cui si attesta di riconoscersi - rispettandone i principi, le norme e i valori - nella Costituzione Italiana, repubblicana e antifascista.

Si tratta di una proposta già avanzata da molti altri Comuni italiani - il cui contenuto è stato riconosciuto come legittimo anche da un’ordinanza del Tar di Brescia, risalente all’8 febbraio del 2018 -, che oltre a una serie di impegni ulteriori finalizzati a ravvivare un impegno in senso democratico e, appunto, antifascista, intende, soprattutto, certificare la distanza di ogni associazione e di tutti i privati cittadini che chiedono la disponibilità di spazi pubblici da abitudini culturali la cui ispirazione e consistenza derivano dall’ideologia fascista e da un alveo anticostituzionale.

Non si tratta, dunque, di una banale prova di forza da parte della maggioranza o della volontà di dimostrare superiorità nei confronti di qualcuno, ma si è voluto, invece, sottolineare un aspetto sostanziale e oltre modo significativo in merito alla procedura di attribuzione degli spazi comunali del loro utilizzo che richiama la responsabilità e l’opportunità di chiarire gli elementi qualificanti e caratteristici di tutti coloro che richiedono gli spazi; questi ultimi risultano naturalmente di matrice comune e pubblica, ma l’ente comunale ha il pieno diritto di attribuirne la disponibilità a coloro che sottoscrivono di osservare pienamente i dettami costituzionali, rispettandone i principi, i valori e la natura profonda.

Scrive bene Antonio Scurati che “l’essenza del fascismo è la rinuncia alla politica della speranza in nome di una politica della paura; questo è il tratto che accomuna il fascismo di cento anni fa al populismo di oggi”.

Quella avanzata in Consiglio Comunale è stata, senza dubbio, una scelta politica, nel senso ampio del termine, priva di qualsiasi legame partitico o tanto meno ideologico, e che comporta una serie di ricadute il cui effetto pratico è volto unicamente a tutelare i presupposti fondamentali della democrazia, la cui essenza, a sua volta, trova origine e sostanza nei presupposti e nello spirito autentico della nostra Costituzione.

Ivano Mariconti – Gruppo Partito Democratico Consiglio comunale

Lodi

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