«Ma la Provincia di Lodi ha fatto un sopralluogo?»

L’intervento di un lettore sulle condizioni del cavalcavia tra Codogno e Somaglia

Ormai è “tradizione” abbandonare i rifiuti sotto il cavalcavia della via Emilia nei pressi della cascina Mirandola tra Codogno e Somaglia. Negli scorsi anni la Provincia ogni tanto metteva i paletti catarifrangenti a bordo della strada per evitare il parcheggio sotto il ponte e man mano che cadevano li riposizionava!

Gli incivili ora, oltre al rischio di incorrere in salate sanzioni, stanno mettendo a repentaglio anche la loro vita. Infatti, il livello di disgregazione del calcestruzzo delle spalle che sorreggono il ponte sul cavalcavia in questione, dimostra tutti i segni dell’usura dovuti ai suoi quasi cinquant’anni.

Parecchi centimetri di spalla sono scomparsi, mettendo a nudo tutta la prima fila di armatura, non in un solo punto ma su tutta la ampia superficie!

La manutenzione dovrebbe essere in carico all’ANAS, però sotto questo cavalcavia passa la provinciale Codogno-Somaglia, anche lei in pessime condizioni.

Tutti quelli che transitano su questa strada, e sono tanti, si accorgono del pessimo stato sia del cavalcavia sia del tappetino d’usura della provinciale. È questa una delle tante disattenzioni della Provincia, è come se questa istituzione non esistesse più o fosse depauperata delle sue normali funzioni. Eppure la Provincia dovrebbe essere fondamentale per indirizzare e governare il territorio, per generare tavoli di incontro, di programmazione e di dialogo.

Ma è stato fatto qualche sopralluogo? Questo è un tratto molto trafficato, utilizzato da camion che accedono alle zone industriali di Codogno e Fombio e automobili che portano clienti al grande centro commerciale della zona.

Approfittiamo dello spazio che il quotidiano lodigiano “Il Cittadino”, sempre attento al territorio, ci riserva, affinché attraverso le sue pagine il messaggio arrivi alle autorità competenti per una verifica sullo stato del cavalcavia e porre in essere tutte le iniziative per metterlo in sicurezza.

Gian Paolo Bergamaschi

Fombio

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