«Milioni nelle ciclovie e muri di erbacce sulla via Francigena»

La lettera di Pierluigi Cappelletti

Egregio direttore, una semplice fotografia per una domanda, non scontata, forse usuale in questa stagione di piogge e di solleone, ma non più tollerabile.

Ha senso promuovere le ciclovie europee nel Lodigiano a misura d’uomo con la mobilità dolce, di fronte a situazioni come questa? Ha senso spendere decine e decine di milioni di euro (14 milioni nella Bassa Lodigiana per il ponte ciclo pedonale sul Lambro e gli asfalti nuovi) per VenTo, la ciclovia da Torino a Venezia lunga 705 chilometri, tanto quanto l’Autostrada del Sole, per attrarre il turismo italiano e soprattutto straniero e far rivivere i piccoli borghi? Ha senso spendere risorse a gogò se poi ti trovi a pedalare fra due muri di erbacce alte più di un uomo? Erbacce che trovi in uno dei punti più conosciuti e frequentati della Via Francigena, il punto focale dell’intera ciclovia: il guado del Po di Corte S. Andrea, dove varie centinaia di pellegrini ogni anno da oltre due decenni passano per salire sul battello di Danilo, il Caronte del Po, e raggiungere la sponda emiliana come fece l’Arcivescovo Sigerico nell’anno 990. Il molo stesso è in condizioni pietose, ma qui è un altro discorso.

Mi pare che stiamo facendo “una figura da ciuculatè!”. In Trentino le valli presentano ciclovie curate, ben tenute e con punti sosta, vi passano e si fermano migliaia di turisti e viaggiatori in bicicletta: si paga bene se ti fermi al punto sosta per mangiare e bere, ma hai la soddisfazione di pedalare in un ambiente pulito, curato e con servizi.

Cosa che non succede per nulla qui da noi. Come si fa a essere felici dell’argine maestro asfaltato stile Autodromo di Monza se poi tutto il resto va avanti come prima, cioè male? Con segnalazioni buttate a terra, auto e furgoni che transitano tranquillamente, erbacce altissime, niente punti sosta. Mi piacerebbe vedere, dopo l’investimento enorme di risorse impiegate sulla VenTo, che qualcosa è cambiato: non solo l’abito, ma anche la sostanza. Altrimenti sono soldi buttati al vento, quello che qui da noi spira poco e caldo.

Grazie, spero in qualche risposta anche tecnica dei responsabili locali e istituzionali certo più informati di me.

Pierluigi Cappelletti

Orio Litta

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