«Monsignor Franco Felini è stato l’artefice della crescita del collegio vescovile»

La lettera di Pino Paina

Sono un convittore del Collegio Vescovile degli anni ’50. E domenica 12 novembre ho partecipato alla celebrazione del centenario del Collegio. Purtroppo, però, non ho percepito l’atmosfera dell’importanza di sentirmi un Collegiale forse fra i più anziani presenti ( entrai nel 1958…. ). Forse perché parlare di oltre sessant’anni fa non era facile e con poca memoria storica. E Don Franco, diventato poi Mons. Felini, è stato il Rettore artefice ed il “deus ex machina” del rifacimento dell’immobile di via Legnano e della relativa impennata dei convittori che, da circa cinquanta, sono diventati oltre centocinquanta. Un impulso generato dalle capacità straordinarie di un uomo intraprendente, colto, saggio ed intelligente. Ha saputo coniugare espansione con organizzazione. All’interno ha sviluppato attività sportive collaterali che si sono distinte in tutto il circondario ed oltre. Fondò una squadra di Basket ma come fiore all’occhiello ebbe la squadra di calcio che, ovunque giocasse, s’imponeva. E proprio col calcio approdò alle Regionali Italiane in quel di Bergamo.

Mi ricordo le trasferte in pullman come dei professionisti (sembravamo dei giocatori professionisti)! Chi scrive era, non per narcisismo, il capitano della squadra. L’ambizione di Don Franco si rispecchiava in tutto questo perché riconosceva i meriti e li premiava perché lui era il fautore di ogni iniziativa. Ma Don Franco è stato l’artefice di tutta l’escalation del Vescovile; chi ha vissuto quel periodo non può averlo dimenticato. Tanto esigente quanto magnanime. Con gli altri colleghi Prefetti, nel 1963 attraversammo da turisti tutta la penisola italiana ed andammo con Lui a S. Giovanni Rotondo ( fummo accolti privatamente e confessati da Padre Pio, oggi diventato San Pio da Pietrelcina). Era doveroso tributare un omaggio al ricordo chiaro e trasparente della figura di questo Rettore. Purtroppo, alla celebrazione del centenario, di Collegiali di quel tempo eravamo pochissimi (forse l’età, forse l’impossibilità fisica o geografica non ha dato riscontro alle presenze ) e forse i più anziani convittori del Vescovile. Il Vescovile ha sfornato fior di diplomati e laureati che si sono e stanno distinguendosi in tutti i settori della società, dal sociale all’economico, al finanziario ed anche… al clericale. E proprio degli attuali Don Antonio Valsecchi e di Don Natale Arioli lo scrivente fece anche il Prefetto. Quanti ricordi! Come si possono soffocare! E comunque tutti motivi di vanto e di soddisfazione. E Don Franco, uomo di statura e di valori, portò il Collegio Vescovile alla ribalta della società lodigiana e non solo, perché c’erano anche convittori provenienti dal sud. Questo è stato un doveroso tributo a quel Rettore che rimarrà sempre nei cuori di chi l’ha conosciuto.

Pino Paina

Lodi

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