OSPEDALETTO «Tutte le mattine fermo ad aspettare che passi un treno con due carrozze»

La lettera di Paolo Cavallanti

Buongiorno Direttore, mi trovo a scriverle in quanto sto notando che si parla spesso e sempre più frequentemente di innovazione, di efficienza e di produttività, tutti argomenti molto interessanti e di un certo appeal come suol dirsi. Poi - ahimè - mi ritrovo, tutte le mattine (o quasi) a trascorrere dieci minuti fermo, tristemente in coda, al passaggio a livello di Ospedaletto Lodigiano, aspettando che passi un treno composto da due-tre carrozze quando va bene e penso che qua l’innovazione, l’efficienza e la produttività sono andate in letargo. Beninteso, questa è solo una delle code che troverò durante la mia giornata lavorativa ma è (forse) la più fastidiosa in quanto è sinonimo di un territorio, il Lodigiano, che è oramai alle cure palliative. Asfalti rotti, segnaletiche inesistenti, manutenzioni approssimative ed un grigiore generale sono sotto gli occhi di tutti eppure non si nota un solo segno di ripresa. Un segno di miglioria. Cosa è diventato il nostro territorio e come abbiamo fatto ad accettare tutto questo è un mistero. Ma oramai ci siamo dentro e, francamente, sarebbe anche ora di capire come fare per uscirne. Fino al prossimo passaggio a livello.

Paolo Cavallanti

© RIPRODUZIONE RISERVATA