PREDABISSI «La nostra odissea in pronto soccorso, situazione intollerabile»

La lettera di Pio Gigliotti

Desidero portare all’attenzione pubblica una grave problematica riguardante il servizio di Pronto Soccorso, in particolare presso la struttura di Vizzolo Predabissi, e la conseguente difficoltà nell’ottenere un’adeguata assistenza per gli anziani. Il giorno 16/12/2024, intorno alle 10:30, mio padre, un uomo di 89 anni, è stato coinvolto in un serio incidente stradale alla rotonda di Melegnano. La sua auto è stata gravemente danneggiata a seguito di un tamponamento che l’ha spinta a urtare un’altra vettura. Fortunatamente, non ha riportato ferite apparentemente gravi nell’immediato. Tuttavia, quanto accaduto successivamente è motivo di profonda preoccupazione.

Sul luogo dell’incidente, gli agenti della polizia locale, pur avendo effettuato l’alcoltest (risultato negativo), non si sono attivati tempestivamente per richiedere l’intervento dei soccorsi sanitari. Solo su nostra esplicita richiesta, ci è stato comunicato che le ambulanze erano tutte impegnate e che i tempi di attesa sarebbero stati lunghi. Pertanto, abbiamo deciso di trasportare mio padre autonomamente al Pronto Soccorso di Vizzolo Predabissi, dove siamo arrivati intorno alle ore 12. Qui è iniziato un vero e proprio calvario.

A mio padre è stato assegnato un codice bianco, nonostante avessimo specificato che è un paziente diabetico e cardiopatico. Tale classificazione ha determinato una lunga attesa, durante la quale le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare. Verso le 22, constatando l’aggravarsi dei suoi dolori al collo, un crescente stato di stanchezza, la necessità di assumere farmaci a orari precisi e il suo evidente stato di shock, siamo stati costretti ad andarcene senza che fosse stato visitato.

Ritengo inaccettabile questa situazione. Il Pronto Soccorso dovrebbe rappresentare la prima linea dell’assistenza sanitaria, e non è tollerabile che le inefficenze del sistema ricadano sui cittadini, soprattutto i più vulnerabili. L’articolo 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute, e non può essere ignorato. Non è ammissibile che l’incapacità gestionale delle dirigenze si traduca in un abbandono dei cittadini. Mi chiedo, quindi, quali strumenti abbiamo a disposizione per contrastare questa situazione di abbandono? Quali azioni possiamo intraprendere per tutelare i più deboli? Nonostante la mia indole pacifica, è stato estremamente difficile mantenere la calma e la lucidità di fronte a tale negligenza. Chiedo che questa testimonianza possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a sollecitare un intervento concreto per migliorare l’efficienza e l’umanità del nostro sistema sanitario.

Pio Gigliotti

Vizzolo

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