Sconcerto e rabbia per una iniziativa senza precedenti

Il tribunale di Lodi con sei magistrati di meno verso la paralisi

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lodi ha preso atto dei provvedimenti di assegnazione ad altra sede di sei magistrati del Tribunale, ed in particolare del trasferimento di quattro magistrati della sezione civile, ed ha avviato interlocuzioni con la Presidenza del Tribunale per esaminare congiuntamente la situazione di blocco del regolare funzionamento degli uffici giudiziari ed ipotizzare soluzioni minime condivise per ovviare (ove possibile) alla completa paralisi della attività giudiziaria ordinaria.

Non si può tuttavia, per rispetto della propria funzione e rappresentatività degli interessi e prerogative della avvocatura lodigiana, che a sua volta è espressione e portavoce delle istanze di diritto della intera società locale, sottrarsi al dovere di esprimere lo sconcerto e la rabbia per una iniziativa senza precedenti assunta nella distante e noncurante indifferenza della consapevolezza che con essa un Tribunale, al servizio di un territorio con oltre 350.000 abitanti, caratterizzato da una rilevante attività e produttività - solo recentemente classificato in termini di efficienza al quarto posto tra i Tribunali italiani - viene condannato per lungo tempo alla insignificanza ed alla impossibilità di rispondere alle richieste di giurisdizione che il Lodigiano ad esso affida e da esso si attende.

La paralisi del Tribunale e dei suoi uffici non implica solo quella della intera avvocatura locale che intorno ad esso gravita, portando così un nuovo colpo ad una professione che nel corso degli anni è già stata oggetto di svilimento e marginalizzazione del proprio insostituibile ruolo di garanzia, ma soprattutto fa tacere lo strumento in assoluto più importante per le regole di funzionamento democratico: la possibilità inviolabile di accedere alla giustizia per ottenere udienza ed una risposta di protezione dei propri diritti.

Contro un fatto così grave ed unico, che non può essere banalmente giustificato come evenienza organizzativa degli uffici o peggio come esigenza solo temporanea della funzione giurisdizionale, l’avvocatura lodigiana alza la propria protesta, con la speranza che tutte le forze e componenti della società lodigiana prendano coscienza del pregiudizio estremo che esse tutte, in prima persona, subiscono ed esprimano con noi la impossibilità di potersi arrendere ed adattare al fatto che anche la giustizia nel nostro territorio venga sacrificata, nel silenzio e nella sonnolenta acquiescenza, alla ineluttabilità del decadimento delle strutture essenziali della nostra civiltà, che è in primo luogo la civiltà giuridica.

Il Consiglio dell’Ordine

Il presidente avv. Giorgio Bottani

© RIPRODUZIONE RISERVATA