Adolescenti che incespicano nella grammatica dell’amore, confusi tra il presente della prima fidanzatina e il condizionale di un’attrazione proibita verso il migliore amico. Ragazzi che si buttano nel sesso troppo presto, senza nemmeno «guardarsi negli occhi», mentre i genitori «ricchi e assenti» «dormono sonni tranquilli milletrecento chilometri lontano da casa». Adulti piegati dalla vita, che non si spezzano solo per l’amore disperato verso figli sfortunati; catechiste appassionate che provano a portare Dio a giocare sui campetti di periferia per strappare a schiere di aspiranti calciatori qualche ragazzo cui basti una vita da solido mediano. Sono abitate da esistenze appena sbocciate o precocemente sfiorite le storie dell’esordio di Giorgio Ghiotti, 18enne romano già finalista al Campiello Giovani. Storie in cui c’è il mondo dei teenagers e quello degli adulti: con le sue tante ombre e i suoi troppi dolori. Un mondo scavato con una maturità che sorprende al pari di quanto stupisce, per qualità, la scrittura di Ghiotti. Da tener d’occhio.
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Giorgio Ghiotti, Dio giocava a pallone, Nottetempo, Roma 2013, pp. 166, 12.50 euro
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