«Facebook non è Dio e neppure l’unico mezzo di comunicazione». «Non chiedere l’amicizia ai propri figli sui social network». «Non sminuire l’importanza di Facebook nella vita del ragazzo». Ai tempi di internet è forse utile fissare anche i “Dieci Comandamenti” digitali che possono essere di supporto a genitori ed educatori. Ci ha pensato don Paolo Padrini, 38 anni, parroco di Stazzano, prete tecnologico che ha inventato un’applicazione per smartphone e tablet Breviary ed è autore del blog “Passi nel Deserto”. Convinto che «non c’é luogo dove non viva lo Spirito Santo», quindi che «anche Internet è, o può essere, uno spazio di incontro con il sacro», il sacerdote 2.0 è impegnato «ad avvicinare le persone a Dio attraverso il web». Don Padrini si rivolge in particolare modo ai giovani, generazione tecnologica per eccellenza, anche la più lontana da linguaggi e contesti di comunicazione tradizionali. Dal 2009 coordina - nominato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali - il progetto vaticano Pope2You.net, il portale con cui il Papa si é avvicinato ai giovani, attraverso Facebook, iPhone e YouTube. Il sacerdote ha scritto una vera e propria guida per chi ha a che fare con figli e giovani spesso Facebook-dipendenti o che vivono sulla rete e sui social network la maggior parte della loro vita sociale. Tra diversi consigli pratici Don Padrini pone anche alcune domande: essere amici o no dei propri ragazzi su Facebook? Dialogare con loro in rete e come? A rispondervi è il decalogo, in cui fissa principi come «Chiedere ai figli le password ma non spiarli in rete».
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