Alfabeto di cammei per quei profili “rosa”

Con il contrappunto di una frase o di un verso di un autore a lui caro, da Dante a Proust, da Keats a Svevo, Langella ci offre, talora con divertita ironia, non solo una lezione di stile sull’imago femminile, ma anche di là da pregiudizi idealistici e in modo molto anglosassone il modo di come si possa fare poesia da esiti di cultura e di stilizzazione. I riferimenti letterari e di rimando sono moltissimi, così le partenze e le intonazioni, tali a chi volesse esercitarsi da farne un altro volume. Comunque con fresco sentire e ironia, con voglia di vivere e verve, i versi sprigionano una freschezza e una vivacità ottimo antidoto ai marchigiani depressi alla De Signoribus. Fra i nomi di donna nati sotto gli esergo di Gozzano e di Giudici, numi tutelari del volume, ben cinque sono della E, trascriviamo la poesia ad Emma che ha un “controcanto” da Flaubert “[ ...] mentre di là si stendeva a perdita d’occhio l’immensa contrada delle felicità e delle passioni”: «Eroina da fotoromanzo / sogni fiori, crociere, gioielli.../ In cucina fra frigo e fornelli / ti consumi regina del pranzo».

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