Camminare e pensare, la “sfida” del pedone

Ficcare i sogni dentro le scarpe, per farli salpare. A passo spedito. Lo diceva Paul Celan, lo ripete oggi Adriano Labbucci, novello peripatetico con la fissa del pedone. Consumare le suole è il suo grido silenzioso, contro i totem dell’oggi: la velocità, la competizione, la crescita. Idoli che infestano un mondo in cui economia e finanza hanno invaso ogni possibile ambito, fino a toccare anche quello della lingua, del vocabolario. E idoli che alla lunga sfiniscono, svuotano dentro, omologano. Fare due passi, invece - rammenta l’autore di questo sapido e intelligente libretto - tiene desti i sensi e il cervello, rimette in contatto con il mondo. Quello “vero”, delle cose che si toccano e delle persone con cui si parla, si litiga, Provare, pardon camminare, per credere.

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