La nebulosa è un ammasso gassoso. Apparentemente instabile, di fatto in perfetto equilibrio. La nebulosa è la metafora scelta fin nel titolo da Ambra Somaschini per indagare il rapporto di coppia. Al centro della storia ci sono Augusta e James: i due si conoscono a Londra, in una calda serata estiva, e diventano inseparabili. Nulla di male, si direbbe. Peccato che Augusta e James siano sposati, abbiano già due belle famiglie, due lavori impegnativi, tanti amici. Come può accadere che due persone all’apparenza impeccabile riescano a vivere una doppia vita? Come pianeti intorno al sole o come satelliti intorno a pianeti, tutti i personaggi di questo romanzo sembrano interessati solo al proprio centro di gravitazione, incapaci di occuparsi d’altro. Non c’è nulla di stabile, nella vita di James e Augusta, nulla di vero fino in fondo: tutto è nebuloso, eppure ordinato all’apparenza. Somaschini, giornalista di «Repubblica» qui alla sua prima prova narrativa, sceglie la relazione tra un uomo e una donna per raccontare la labilità della nostra esistenza. A poco valgono le credenziali che James e Augusta si sono costruiti, a poco valgono persino le relazioni con i rispettivi coniugi e la prole: il loro sentimento è lo specchio di una società inquieta, che segue regole tutte sue e che, proprio come la nebulosa, incanta per la sua apparente perfezione. Pochi, e Ambra Somaschini lo fa, sanno guardare all’essenza dei rapporti, per capire che la danza della nebulosa, quella massa gassosa composta di diversi elementi, si regge sulle proprie imperfezioni.
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