Due tributi a Berselli, cantore degli italici vizi

Due libri per ricordare Edmondo Berselli, giornalista, intellettuale e scrittore scomparso l’11 aprile di un anno fa a 59 anni. La Mondadori pubblica un Meridiano, con introduzione di Franco Marcoaldi, che raccoglie tutti i libri pubblicati da Berselli. Si intitola Quel gran pezzo dell’Italia. Opere 1995.2010 e riunisce nove titoli: dal libro cult Il più mancino dei tiri del 1995, dedicato alla famosa mezzala interista Mariolino Corso, fino al postumo “severo testamento” di L’economia giusta. Berselli descrive, con la sua scrittura ironica e nitida, un’Italia deideologizzata, demoralizzata, un Paese da talk show confusionario, in cui sentimentalismo e ferocia vengono proiettati in una dimensione è iperreale.

Dai libri proposti dal Meridiano emergono i due poli dell’attenzione dell’autore, per anni quotato e apprezzato editorialista di «Repubblica» e de «L’Espresso»: politologia, filosofia, sociologia, economia da un lato, musica, calcio, televisione, cultura pop dall’altra. Due «logosfere» inscindibili.

Il Mulino - e Berselli è stato a lungo direttore dell’omonima, storica rivista bolognese - é invece in libreria da meno di una settimana L’Italia, nonostante tutto, con una bella introduzione di Ilvo Diamanti, sociologo e curtore della rubrica Mappe su «Repubblica» . Nel volume é contenuta una scelta di interventi e saggi brevi pubblicati da Berselli sulla rivista in 20 anni. Ne esce - spiega la casa editrice - «il racconto di ciò che oggi siamo diventati nel crepuscolo del berlusconismo. Un libro che narra l’Italia con le parole di Berselli».

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