Molta della pubblicità di oggi ha avuto, perlomeno in Italia, un antesignano che in un certo senso l’ha rifondata negli anni Sessanta, fino alla morte avvenuta nel 2010. Questi era Emanuele Pirella, che oggi viene antologizzato in un volume della Franco Angeli da Vanni Codeluppi che ha il sapore dell’autobiografia d’occasione, La mia pubblicità. Tra i suoi lavori si ricordano Bassetti “il corredo che arreda“, le campagne per Plasmon, Gancia, Chiquita “la banana dieci e lode”; e soprattutto i Jean Jesus con l’immagine di Oliviero Toscani che suscitò uno degli interventi più corrosivi del Pasolini corsaro (nel libro si riporta l’articolo del poeta friuliano). Ci fu anche la striscia, realizzata per «Repubblica» con Tullio Pericoli, Tutti da Fulvia il sabato sera che fustigava la borghesia italiana degli anni ‘80. Pirella fu in questo un vero maestro.
Vanni Codeluppi (a cura di)Emanuele Pirella. La mia pubblicitàFranco Angeli Editore, Milano 2016, pp. 94, 15 euro
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