Le aste continuano a segnare record su record e una recente ricerca commissionata da un gruppo di banche americane ha sottolineato come mai come oggi collezionare oggetti d’arte sia una forma di investimento. Specie sul fronte delle opere contemporanee, perché sei hai fiuto puoi compare a prezzi stracciati (ma parliamo comunque di migliaia di euro) tele che tra cinque anni varranno dieci o cento volte tanto. Questo però non è collezionismo, è mercanteggiare. Collezionismo è ossessione, alla maniera dei bibliofili, per un pezzo che si desidera possedere e che, una volta acquistato, mai si metterebbe sul mercato per meri scopi commerciali: Elio Grazioli, critico d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, racconta in uno divertente saggio come il collezionismo sia diventato una forma d’arte.
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E. GRAZIOLI, La collezione come forma d’arte, Johan&Levi, Milano 2012, pp. 128, 18 euro
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