Il genio artistico da riscoprire della “musa” di Man Ray

Donna, artista, icona: dal fulminante esordio con C olazione in pelliccia, destinato ad aprirle poco più che ventenne le porte del MoMa, al lungo e impervio cammino intrapreso per liberarsi di ogni etichetta artistica, ideologica e di genere, Meret Oppenheim (1913-1985) è una delle poche figure femminili della storia divenute leggendarie per aver osato sfidare regole e pregiudizi millenari in nome di una vocazione autentica. Musa venerata da Man Ray, pupilla irriverente di Breton, Meret Oppenheim ha una vita che pare un romanzo: «La libertà dobbiamo prendercela», diceva. La brava Martina Corgnati ci racconta ogni dettaglio della vita di questa grande artista, che avrebbe meritato fama ancora maggiore, in un volume raffinato e godibile impreziosito da immagini dell’epoca (ché Meret era intelligente ma anche bellissima).

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Martina Corgnati, Meret Oppenheim. Afferrare la vita per la coda, Johan&Levi editore, Milano 2014, pp. 540, 35 euro

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