Prendete un giudice allontanato dalla magistratura che conduce un ristorante. Aggiungete una moglie che sentendosi tradita dal marito, si reca da un investigatore privato. Mischiate il tutto in un delitto avvolto dal silenzio che si consuma nel Canton Ticino, tra Lugano e Locarno. Infine cospargete il tutto con laghi e montagne, sfondo ideale per un giallo. Otterrete un poliziesco, l’ultimo di Andrea Fazioli, venato di forti tinte noir ma soffuso di una sottile ironia. Ad osservare debiti, traffici loschi e ricatti si erge la montagna, gli alpeggi dove tra pastori e contadini ogni sera ritorna dal lavoro l’investigatore Elia Contini. Sotto un paesaggio lindo e in miniatura si nascondono segreti e passioni mai represse ma sempre sublimate in questo angolo di Italia all’estero. Misteriosi ciondoli a forma di quadrifoglio tracciano un percorso sul quale compaiono figure che ricordano l’hard boiled americano. Sempre senza mai prendersi troppo sul serio. E in cielo le rondini passano a segnare la fugacità dei sentimenti.
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Andrea Fazioli, Il giudice e la rondine, Guanda editore, Parma 2014, pp. 126, 8 euro
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