Cosa resta dell’amore in un’epoca attraversata dalle ansie per la crisi economica e sconcertata dalle rivelazioni sul Bunga Bunga e sulla sessualità svenduta? C’è anche questa domanda nascosta sullo sfondo del nuovo romanzo, divertente ma per certi versi amaro, di Patrizia Violi, giornalista e blogger milanese che ha pubblicato per Baldini&Castoldi il volume intitolato Affari d’amore. L’intreccio del romanzo, che si legge d’un fiato grazie allo stile brillante e leggero, si fonda sul rapporto tra quattro donne, tre generazioni al femminile, che usano gli uomini come “bancomat”, disposte a trasformarsi nelle compagne devote di fidanzati magari più anziani ma capaci di mantenerle nel lusso. C’è nonna Beatrice, vera matriarca, attorno alla quale tutto accade e verso la quale ogni forma di rispetto è dovuta; sua figlia Isabella, succube e con poca spina dorsale, le nipoti Angelica e Viola, cresciute con l’idea che il vero amore non esiste e gli uomini vanno solo sfruttati. Il loro mondo alla rovescia funziona a meraviglia finché, complice il calcio e un attimo di debolezza, Cupido non fa capolino e rimescola le carte tra scene esilaranti, viaggi intercontinentali e sms cancellati prima del tempo. Il romanzo conquista, lettura ideale per rilassarsi anche se sullo sfondo, specie per chi è madre di ragazze, si addensano le nubi della preoccupazione. Cosa penseranno dell’amore le nuove generazioni? Perché come sostiene Patrizia Violi di donne superficiali, con poco sale in zucca e voglia di possedere senza faticare e costruire ce ne sono davvero tante.
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