Cinque anni fa moriva Tonino Guerra. Il poeta, il pittore, lo sceneggiatore di grandi e magnifici capolavori del cinema italiano ed europeo, l’amico di Antonioni, Fellini, Tarkovskij, il difensore del dialetto romagnolo, di valli e paesaggi (l’amatissima Val Marecchia), di animali e contrade (i cani, i gatti, la Casa del Mandorlo, gli orti dimenticati di Pennabilli) sembra scomparso dai radar sia del cinema sia della letteratura. Persino del Tonino Guerra pubblicitario che gridava per una marca di elettrodomestici, «L’ottimismo è il profumo della vita!», si è persa traccia. Eppure, per i più vigili e attenti, si avverte ancora oggi molto della sua presenza, misconosciuta e clandestina, che mischia con pudore e ironia una sapienza antica e al contempo moderna, che a ritrovarla nei suoi libri, frequentemente ristampati, desta più di una semplice curiosità d’antan.
Tonino GuerraTempo di viaggioMaggioli editore, Milano 2010, pp. 208, 19 euro
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