Incubi, sogni e follie emersi dal comunismo

Tra le giovani promesse della letteratura romena della prima metà del XX secolo, Max Blecher spentosi a soli ventinove anni nel 1938, è stato a lungo relegato nell’oblio al tempo della dittatura comunista a causa dei temi spinosi per il regime affrontati nelle sue opere. Riscoperto dopo la rivoluzione del 1989 è ora per la prima volta presentato al pubblico italiano con questa pregevole traduzione di una delle sue migliori pièces. Un romanzo interiore che ripercorre la follia che alberga all’interno di ognuno di noi, il racconto intimo di una adolescenza caratterizzata da crisi di “irrealtà”. Un orizzonte onirico, fatto di sogni che sovente si possono trasformare in incubi, in un mondo in cui il passaggio dal raziocinio alla demenza non ha contorni ben definiti.

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M. BLECHER, Accadimenti nell’irrealtà immediata, Keller editore, Rovereto (Trento), 2012, pp. 167, 13,50 euro

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