In una Vienna di metà anni Novanta apatica, sorniona, si riuniscono una serie di personaggi in fuga da realtà diverse, Olga, la bibliotecaria di Belgrado che sta scappando dalla guerra civile che insanguina il paese, il giovane Tibor, Rita. È l’occasione per un viaggio all’interno di una serie di esistenze sospese, di excursus narrativi ricordi verso il tempo che fu, dove la realtà di ogni giorno si mescola coi frammenti di un mondo ormai perduto per sempre, di una società mitteleuropea vista al tempo degli ultimi bagliori un impero, quello austroungarico. La sottile prosa di Velikic ci porta così tra Pola e Trieste, soffermandosi ad analizzare la realtà circostante con gli occhi di una serie di protagonisti di eccezione, dal giovane James Joyce in fuga dall’Irlanda a un giovane Italo Svevo.
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