Esiste una bellezza inutile quando si parla di monumenti artistici e architettonici? La domanda se la pone, in modo provocatorio, Luca Nannipieri, fondatore del Centro studi umanistici dell’abbazia di san Savino a Pisa e collaboratore del «Resto del Carlino» e del «Corriere della Sera». Nel saggio La bellezza inutile, pubblicato per i tipi della Jaca book, contrappone i grandi monumenti, quelli conosciuti da tutti, alle piccole rocche e alle chiese dimenticate. Intorno ai primi i riflettori sono sempre accesi, centinaia di turisti accorrono ogni giorno, i media ne parlano, gli esperti ne discutono. I piccoli monumenti, spariscono alla vista dei più. Qui il ragionamento dell’autore si fa sociologico e filosofico. Infatti Nannipieri sostiene che attorno a queste opere minori si gioca il futuro della società. Da un lato si pongono i piccoli gruppi di volontari organizzati che lavorano per la tutela, la riscoperta ed il riconoscimento del prezioso bene culturale. Dall’altro coloro che lo ignorano e quelli che lo vorrebbero distrutto per valorizzare diversamente il territorio. Riflette l’autore: «Se infatti ritorniamo alle migliaia e migliaia di bellezze giudicate più periferiche e marginali, cioè a quelle in cui ci imbattiamo quasi per caso nei nostri spostamenti, una cosa vario grado le accomuna tutte e lo vediamo chiaramente con i nostri stessi occhi: l’essere ignorate le porta ad essere più esposte agli scempi, all’incuranza, ai danni al non rispetto, all’indifferenza». L’autore arriva alla conclusione che non può esserci una bellezza maggiore ed una minore.
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LUCA NANNIPIERI, La bellezza inutile, Jaca Book, Milano 2011, pp. 89, 8,50 euro
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