Nancy pone qui il problema del senso del poetico e della resistenza della poesia: un tema importante che ha trattato nella cultura francese, nella punta più avanzata, Mikel Dufrenne nel Senso del Poetico (un libro ora difficilmente trovabile) e che lo stesso Dufrenne non è del tutto riuscito a portar fuori dalle aporie romantiche. Nancy lo fa con un linguaggio ricco di circonvoluzioni, di inversioni, di “piroette”, che sembrano mimare la profondità anche quando l’acqua è bassa. Il corso del pensiero è infatti diseguale, appare piuttosto l’anamorfosi del pensato, che si sta tematizzando - una tematizzazione senza argomentazione. Nella brevità della conferenza, come esercizio di stile, e dell’intervista, Nancy non esce dalla tradizione platonica e forse di un platonismo del molteplice e dei suoi sviluppi, avvitandosi sul dizionario e sul già noto. Rimane il valore della difficoltà della poesia e del pensare. La difficoltà anche di pensare l’impensato. Più conseguente l’introduzione di Roberto Maier. Un libro comunque da leggere per non ripetere.
Jean-Luc NancyLa custodia del senso. Necessità e resistenza della poesiaEdb edizioni, Bologna 2017, pp. 64, 8.50 euro
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