Red Baker è il classico “young father” americano: una moglie, un figlio adolescente, un lavoro in fabbrica e un sacco di birre con gli amici, tra una partita a basket e una scappatella con la pole dancer più sexy di Baltimora. Solo che un bel giorno - nell’inverno del 1983 - la fabbrica chiude e la vita del 40enne Red va in pezzi, sommersa da un fiume di whisky, rabbia e bugie. Nel raccontare la discesa all’inferno del suo sfortunato eroe, Robert Ward fa proprie le regole del romanzo hard boiled: linguaggio veloce da serial televisivo (non a caso è uno degli autori di Miami Vice), ricorso al turpiloquio e alle metafore sportive. Il lettore smaliziato cerca invano un guizzo di bella letteratura, quello di bocca buona si accontenta dell’ennesima sbronza con scazzottata finale, domandandosi se a volte non sia meglio scegliere il televisore.
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Robert Ward, Io sono Red Baker, Barney edizioni, Siena 2014, pp. 346, 16.50 euro.
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