Talvolta il destino gioca brutti scherzi, ma non deve essere stato poi difficile per Oliver Sacks accettare che la sua autobiografia sarebbe uscita postuma. Così effettivamente è avvenuto che On Move, tradotto da Adelphi in In movimento, sia uscita un paio di mesi dopo la dipartita del grande medico-scrittore, peraltro da lui negli ultimi tempi più volte annunciata e avvenuta a New York il 30 agosto scorso. D’origine inglese, Sacks arrivava da una famiglia di medici, educazione rigorosa, fratelli un po’ strani, quasi quanto lui che per via della sua latente omosessualità fu bollato dalla madre come “abominio”. Uno di loro, Michael, schizofrenico, determinerà la fuga di lui dalla casa dei genitori. Folgorato dalla scrittura, più che dalla medicina, dalle motociclette, dal culturismo e dalle droghe dell’America imbevuta di “flower power”, Sacks percorse da costa a costa gli Stati Uniti e stabilitosi a New York iniziò gli esperimenti che lo avrebbero reso famoso e autore di bestseller, prestati anche al cinema, come Risvegli, Allucinazioni e Musicofilia.
Oliver Sacks, In movimento, Adelphi Editore, Milano 2015, pp. 411, 22 euro
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