L’autismo raccontato in prima persona

C’è un breve prontuario di istruzioni per leggere il libro di Pier Carlo Morello. Due pagine appena, ma indispensabili: ci spiegano che la sua prosa è «ritmica, musicale, rappante». La sua è una lingua che posticipa i verbi, la sua sintassi è poetica: ogni parola appare slogata e usata in modo non convenzionale. C’è un motivo: Morello è un autistico severo, sebbene pedagogista laureato. Questa prova racconta il suo percorso (natali a Treviso, nel 1981) che, grazie alla comunicazione facilitata e a tanto impegno, lo ha condotto a riconoscersi. Perché Morello, come molti autistici, da sempre percepiva se stesso come una «macchia», un’ombra di passaggio, quasi inafferrabile. Serve tempo, studio, dedizione per arrivare a sondare quel mistero che è la propria identità: una consapevolezza che noi diamo per scontata, ma che per un autistico non è affatto. Un reportage sull’autismo narrato in prima persona, senza sconti: pare un ossimoro, considerato che la sindrome si basa proprio sull’incapacità di comunicare. Un libro potente e necessario.

Pier Carlo Morello Macchia, autobiografia di un autisticoSalani editore Milano 2016 pp. 234 14.90 euro

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