Le donne “sbagliate” di Mary Gaitskill

Un week end romantico , Consolazione , Papino buono e caro , Il bambino : i titoli dei racconti di Mary Gaitskill raccolti in questo suo primo volume tradotto in italiano sono apparentemente innocui, talvolta quasi teneri, ma sono in realtà trappole nelle quali la violenza fisica o preferibilmente psicologica sembrano spesso l’unico strumento di comunicazione tra i protagonisti. È stato scritto che i personaggi di Mary Gaitskill vivono rinchiusi tra le pareti della loro testa, cercando di riorganizzarvi una visione della realtà accettabile, un poco meno dolorosa per loro, senza però riuscirvi. Non diverso, non meno privo di risvolti psichiatrici, è il romanzo Veronica, che ci parla del periodo finale dell’epoca hippy, attraverso la storia di un amore tra Allison, una povera modella, e Veronica, una curiosa correttrice di bozze, che morirà di Aids per via dei suoi rapporti promiscui con un amatissimo uomo bisessuale, Duncan, ma soprattutto per fedeltà ai propri ideali e teorie, proprie delle illusioni e la decadenza di quegli anni.

A ricordarla è l’amica, passati molti anni. Ormai matura, l’ex modella si guadagna da vivere facendo le pulizie nell’ufficio del fotografo che le fece i primi scatti, ma è ancora ossessionata dal ricordo di quella donna che, forse nella mitizzazione della memoria, diventa una sorta di esempio, di saggia maestra di vita fedele a se stessa. I suoi ricordi vanno così dagli anni della contestazione a San Francisco alla fine degli anni Settanta, al mondo patinato e feroce degli anni Ottanta, tra Parigi e New York, quando giovanissima scoprì il potere della propria bellezza e decise di usarlo, proprio come l’autrice.

Quella della Gaitskill, che ha fama di scrittrice “maledetta” per i suoi temi e per un passato drammatico, in cui confessa da giovanissima di essersi anche prostituita, poi di aver fatto la spogliarellista, ma in un’epoca in cui era ancora uno spettacolo all’antica, è una scrittura affilata, nitida e tagliente che colpisce dritto il lettore col suo cinismo, col suo non avere remore e puntare alla trasgressione, magari condendola di qualche nota di idealismo.

A leggere i racconti di Oggi sono tua, sadomasochismo e violenza, morboso erotismo, dipendenze sentimentali e psicologiche appaiono come una miscela che racconta l’agonia dei sensi e il dolore dell’esistenza anche se, via via, si capisce che il gioco è molto più sottile e punta all’insensibilità, l

’incomunicabilità, le insicurezze profonde di chi vive il mondo d’oggi, tra ferite profonde e momenti precari di ricatto o rinascita.

Le protagoniste sono in genere giovani ragazze sensuali e vitali che finiscono tra le mani e i giochi psicologici di uomini sbagliati. In Segretaria (diventato anche un film di Stefan Shainberg), a una ragazza appena assunta un avvocato infligge punizioni corporali sempre più degradanti. In Cose, i corpi profondamente segnati da un uso e un abuso reificante sono ormai oggetti da collezionare come fossero pezzi di trovariato di qualche mercatino. In Pezzo folk ecco invece l’assurdità dell’apparire e dell’essere generato dalla tv, con una stessa pagina di giornale che riporta voyeuristicamente la notizia della partecipazione a un talk show televisivo di un pluriassassino reo confesso, accanto a quella della donna intenzionata a far sesso con mille uomini di fila per battere cosi il record del genere.

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