Sarebbe piaciuto, a don Tonino Bello, che quei bambini giocassero insieme, in un tripudio di gioia che è vita, forza, è vittoria. E lassù in cielo probabilmente li osserva tracciare girotondi di anime innocenti. Stiamo parlando di tutti quei milioni e milioni di bambini immolati al crudele dio della guerra: «Fanciulli curdi o iracheni, brasiliani o palestinesi, salvadoregni o filippini, del Bangladesh o dell’Etiopia, dei secoli passati o dei giorni presenti, uccisi dalle armi o uccisi dalla fame che è provocata dalla logica delle armi» ricorda il pastore Antonio Bello nella sua lettera a Sara, il personaggio biblico. A Sara e alle altre donne è il titolo di un libretto che raccoglie lettere, meravigliose, scritte proprio dal fondatore della rivista «Mosaico di pace» alle figure femminili dell’Antico Testamento: questi testi sono stati estrapolati dal libro Ad Abramo e alla sua discendenza, in cui don Tonino ricorre appunto all’espediente della finzione epistolare per raccontare i protagonisti del Vecchio Testamento con un linguaggio poetico ma che parla davvero a tutti, con scrittura originalissima, calda. Di Sara don Tonino mette in luce la gelosia che la domina nel vedere il suo Isacco giocare con il figlio della serva egiziana Agar, ma intuisce anche che la moglie di Abramo ha capito «la forza pericolosa di pace nascosta nel gioco». In Myriam scorge «il simbolo tutto moderno dell’audacia, della tenerezza e delle rivendicazioni del mondo femminile». Le destinatarie delle lettere non sono perfette, talvolta sono infatti anche invidiose o peccatrici, ma don Tonino Bello legge il loro intuito e l’irremovibile caparbietà con cui difendono i propri figli oltre ogni limite.
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