«Cosa possiamo augurare di questi tempi al cinema? Di non perdersi. E agli spettatori? La stessa cosa, di non perdersi». È uomo di cinema Giorgio Diritti: lo conosce, lo fa, lo studia. Regista, sceneggiatore, montatore, ha diretto uno dei pochi film che nelle ultime stagioni è stato in grado di mettere d’accordo la critica e il pubblico. Quel Il vento fa il suo giro, autentico caso cinematografico, che viene parafrasato nel titolo da questo piccolo ma interessantissimo saggio, che raccoglie le riflessioni nate preparando un intervento dell’autore al Festival della mente di Sarzana. Riflessioni sul cinema ovviamente, “storie di condivisione dentro e fuori del set” come recita il sottotitolo. Diritti parla di sceneggiatura, di produzione, dell’importanza dei “mestieri” del cinema, ma parla soprattutto di quel che serve, che servirebbe al cinema. Condivisione appunto, sintetizza l’autore. In fase di progetto e di costruzione. «Per realizzare meno film mediocri, meno film fotocopia di vecchi successi o peggio, film fotocopia della tv». Più chiaro di così...
Giorgio DirittiL’uomo fa il suo giroLaterzaeditoreBari 2015pp. 9712 euro
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