L’idea di cittadinanza e la globalizzazione

In tempi di de-democratizzazione e di perdita di democrazia, verso un predominio della “governance” operati dal neo-liberismo, il libro di Étienne Balibar permette di ripensare il concetto di cittadinanza nelle sue origini e problematiche e in tempi di globalizzazione. È un libro prezioso perché permette la riflessione su cosa rimane di certe impostazioni universalistiche e sull’attività o la passività, l’inclusione o l’esclusione, sull’interrelazioni fra politica, etica e il sociale. Che ne è di tale concetto in un’ottica trans-nazionale nella crisi dello stato moderno? Da Machiavelli a Carl Schmitt, a Weber alla Arendt e Fouchault, come pensare le categorie del politico e il conflitto, in rapporto al costituirsi della democrazia e al concetto di cittadinanza attiva? Di grande importanza per il dibattito attuale il capitolo settimo Neoliberismo e de-democratizzazione in cui Balibar discute le tesi di Wendy Brown di Neoliberalism and the End of Democracy, sul passaggio dalla separazione fra politico ed economico, al loro strettissimo intrecciarsi, ad una nuova svolta antropologica nella gestione del potere, in cui politico e antipolitico si fronteggiano e in una dissoluzione del politico in cui «Brown, in accordo con l’idea faucaultiana della produttività o positività del potere, propende piuttosto per un’altra interpretazione: non si tratta tanto di una dissoluzione quanto di una invenzione, quella cioè di un’altra soluzione storica ai problemi dei soggetti al capitalismo, ovvero dell’adeguamento del comportamento individuale alla politica del capitale».

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