A un ex compagno di scuola ritrovato dopo molti anni ci si avvicina generalmente con slancio e curiosità e sono proprio questi sentimenti a muovere il protagonista de L’ingegnere, romanzo d’esordio di Giancarlo Spagnolini, classe 1937, approdato alla scrittura dopo un’esistenza impegnata nella medesima professione del suo personaggio. Protagonista dell’intreccio è infatti un manager milanese, che, scremando curriculum per l’assunzione di un nuovo dirigente, incappa casualmente in un vecchio amico del liceo, Paolo Martelli. «C’era in lui un che di sfuggente, come se celasse nel suo intimo una misteriosa inalienabile sofferenza; ma forse era proprio quello il segreto del suo fascino», rammenta, descrivendolo come un intellettuale tormentato, che con il suo appeal faceva presa sulle ragazze più degli altri coetanei. Pur avendo saputo da conoscenti comuni che del ragazzo di un tempo non v’era più traccia, o forse proprio per quello, l’ingegnere non resiste alla tentazione di contattare il suo ex compagno. In nome di quella vecchia amicizia il manager, di cui non viene mai svelato il nome, si farà trascinare in una sequenza rocambolesca di eventi ai limiti della legalità. Mafia, droga, conflitti tra servizi segreti... L’Italia del 1979 svela in queste pagine il suo volto più amaro. Non si tratta però di un racconto a tinte forti, nonostante ve ne siano tutti gli ingredienti: Spagnolini tratteggia infatti il suo ingegnere con penna lieve e conferisce alle sue avventure un tono di “allegra incoscienza” che terrà il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
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GIANCARLO SPAGNOLINI,L’ingegnere,Noubs Edizioni,Chieti 2010,pp. 263, 15 euro
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