Giustamente Massimiliano Manganelli nella sua postfazione situa questa opera di Lucrezi «in quel territorio assai lussureggiante della letteratura, si potrebbe dire di secondo grado», ossia della letteratura che concresce nella e con la letteratura, e aggiunge «che tale espressione non ha carattere valutativo, bensì meramente descrittivo». D’altro canto i “fondali” richiamano Kafka, Ovidio, Solmi e quant’altro, ma fuori di aberranti distinzioni idealistiche fra letteratura e poesia, siamo consapevoli della parola abitata dalla parola altrui sia etimologicamente sia costruttivamente e ciò può anche diventare una poetica. Nel merito, il risultato è una poesia ben costruita e chiara che evidenzia una “cucina complessa” e con tanti “amori”: dalla classicità ai già citati Kafka e Solmi. Per tutte le poesie “Illuminazioni”: «Troverai le parole invece di / stringere in petto lo scuro che viene / mentre tu te ne vai. / Abbraccerai parole ad una ad una / che vengono dal buio mentre invano / tu ti stropicci gli occhi».
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Eugenio Lucrezi, Mimetiche, Oèdipus Edizioni Salerno-Milano, pp. 122, 10 euro
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