Questo è il terzo volume che Fabio Minazzi (Varese, 1955) dedica all’epistemologia di Ludovico Geymonat (1908-1991) prima cattedra di filosofia della scienza in Italia a Milano nel 1956, con buon diritto padre dell’epistemologia italiana. Ciò rileva la devozione al Maestro sempre più rara fra gli studiosi italiani ma anche un impegno di studio, ricerca e approfondimento anch’essa rara nelle nostre Università dove per le note ragioni la ricerca è in pratica sparita o in via d’estinzione, fagocitata da una didattica sempre più povera e dall’amministrazione. Il volume ripropone inoltre l’attualità dell’orizzonte problematico delle questioni poste da Geymonat: dalla dinamica dei saperi alla questione del realismo, dalla categoria di totalità ad un concetto allargato di ragione. Inoltre ben sottolinea le tradizioni da cui Geymonat proviene: da quella positivista, a quella illuminista - sempre criticamente discusse e rivitalizzate - sino a un aggiornato materialismo dialettico. Inoltre lo studio mostra la convergenza nella differenza con un altro dei maestri dell’epistemologia italiana Evandro Agazzi (1934) - allievo di Bontadini - sul tema del realismo e della verità scientifica. Non manca Minazzi inoltre di evidenziare alcuni limiti di Geymonat, per esempio nella disamina di alcuni esiti del kantismo, in un confronto stimolante che aprirebbe orizzonti nuovi e che Minazzi ha trattato nelle sue opere teoretiche. Ampia è anche la messe di documenti dati nelle appendici: carteggi con Moritz Schlick, Remo Cantoni e Mario Dal Pra e altri scritti rari del Maestro.
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