Stava celebrando la Messa quel 24 marzo del 1980 monsignor Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, quando uno squadrone della morte lo trucidò senza pietà, mettendo a tacere quella che era diventata una voce scomoda per il potere costituito, laico, ma non solo, se è vero che il suo grido per i poveri e le sue denunce alle troppe connivenze della Chiesa latinoamericana non erano passati sotto silenzio. Non a caso per riconoscerlo finalmente martire ci sono voluti trent’anni e c’è voluto il primo Papa latinoamericano, guardacaso colui che ha scelto il “poverello di Assisi” a simbolo del proprio pontificato, affidandogli il nome e pescando dai suoi scritti per la prima Enciclica pubblicata. Romero fu a lungo “snobbato” dalla stessa Chiesa locale che lo vedeva come un progressista ideologico, burattino dei teologi della liberazione. Ma non v’è nulla di più falso e lo dimostra in 270 pagine di rigorosa ricerca storica realizzato da Roberto Morozzo della Rocca, attestando con le carte quel che i “suoi” poveri hanno sempre saputo.
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Roberto Morozzo della Rocca, Oscar Romero La biografiaSan Paolo , Cinisello B. (Milano) 2015, pp. 271, 14.90 euro
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