Un autore come Giancarlo Buzzi (Como, 1929), narratore di vaglia, traduttore e autore di numerose monografie su cui si sono formati generazioni di studenti (Deledda, Tommasi di Lampedusa, Gide, Matilde Serao...) e appassionato di Pascoli, non poteva farsi sfuggire l’appuntamento con il centenario della morte del grande poeta di San Mauro di Romagna. E lo fa con una serrata analisi della poetica pascoliana, espressa nel mito del fanciullino, dei luoghi e delle cose della sua poesia in un’analisi dei testi più noti e dibattuti. L’intento lo lasciamo alle sue stesse parole: «Ciò che mi sono proposto e cerco debolmente di fare, è mostrare che la poetica di Pascoli non si ritrova nella sua poesia, specie là dove essa è alta e altissima, e che ha, non per decenni, ma per un secolo, contribuito a una lettura travagliata e sovente distorta della medesima. Insomma, se non ci fossimo trovati il fanciullino tra i piedi non ne avremmo sentito la mancanza: anzi. Tutti coloro che amano Pascoli si sono dovuti, con più o meno fatica e impiegando più o meno tempo, districare dal mélange di alcune felici intuizioni e di molti sciropposi, e inaccettabili predicamenti di cui la sua poetica consta». Al rigore, come sempre, Buzzi applica una serrata visione critica, talora corrosiva di desuete, idealistiche e improbabili visioni e di vere stupidaggini, che a piene mani sono travasate purtroppo pappagallescamente nei testi scolastici. A ciò Buzzi unisce il dono di una argomentazione chiara non scevra di divertimenti e drôleries linguistiche.
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GIANCARLO BUZZI, Micropascoliana, Book Editore, Ro Ferrarese 2012, pp. 196, 15 euro
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