Quei segnali di fumo di Andrea Camilleri

C’è L’Amaca di Michele Serra, su «Repubblica», c’è il Buongiorno di Gramellini sulla «Stampa», c’è il Breviario di Ravasi sul «Sole 24 Ore» (in precedenza il suo Mattutino ha deliziato e interrogato per anni i lettori di «Avvenire») e ci sono le vetrine di Grasso sul Corsera, i “nostri” Maietti, Francione e Forte sul «Cittadino» e molti altri ancora. L’appuntamento con le rubriche è diventato una moda sulla stampa italiana e in più di un caso gli autori hanno poi radunato in un libro i loro pezzi migliori. È quel che ha fatto ora la Utet con i Segnali di fumo con cui Andrea Camilleri ha dilettato per un anno i lettori del Domenicale del «Sole». Camilleri è un intellettuale a tutto tondo, con un’esperienza della vita (si avvicina alle 90 primavere), una conoscenza trasversale del mondo culturale (teatro, letteratura, televisione) e un’acuta capacità di scandaglio dell’animo umano che hanno pochi uguali e non lo fanno mai essere banale. Il “papà” di Montalbano regala sempre affondi, battute, riflessioni, con acume e ironia, bonomia e salacia. Da leggere, pardon, “tirare” come un buon sigaro.

_____

Andrea Camilleri, Segnali di fumo, Utet Edizioni, Torino 2014, pp. 146, 14 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA