Nè noir nè cronaca di un affaire di mafia. Michele Gambino e Claudio Fava compongono una delicata indagine interiore che parte dalla sera del 5 gennaio 1984 in cui venne ucciso Giuseppe Fava, giornalista e drammaturgo, l’uomo «che li tenne a battesimo nella vita». Siciliano che diceva e scriveva quello che dicono e scrivono in pochi, il “direttore” si aggirava in una Catania dove l’editore del suo giornale si strisciava con i boss accanto a imprenditori alle feste di politici e ministri. E loro, i “carusi” di quella redazione, non capivano ancora i legami che Nitto Santapaola aveva con la borghesia e la magistratura. Fino all’ultimo atto: l’esperienza de «I siciliani», fucina di idee e cultura antimafia in cui Pippo più che di fatti parlava di esseri umani. Gli autori ammettono con amarezza gli errori nell’avere intrapreso dopo la sua morte una caccia all’uomo. L’arringa fatta sul giornale a difesa dei cavalieri del lavoro conniventi con la mafia, “incolpevoli” se la giustizia è il diritto del più forte. Anche questo era Giuseppe Fava: amante dei paradossi.
C. Fava - M. GambinoPrima che la notteBaldini e Castoldi, Milano 2014pp. 15216 euro
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