Tortuosa è la strada compiuta da Pacem (un nome che pare un destino) Kawonga, attivista africana. Nata in Malawi da una famiglia molto agiata, ha un’infanzia serena e gode del privilegio di studiare nelle migliori scuole del suo Paese, di viaggiare, di parlare diverse lingue. Il benessere s’interrompe però all’improvviso: sua madre e suo padre si ammalano, contraggono il virus HIV e muoiono di Aids. È la fine, per Pacem e i suoi fratelli: in una società che bolla i malati di Aids come maledetti o come colpevoli di peccati che hanno meritato la malattia come punizione, la ragazzina viene emarginata. Cresce in fretta, si sposa con un uomo che ama (ma da lui è maltrattata), tiene duro ma poi anche sua figlia presenta i sintomi della malattia. È ancora la fine? No, perché grazie al progetto Dream della Comunità di Sant’Egidio, arrivano le cure, e funzionano. Pacem ha fatto... pace con se stessa, è diventata un’attivista per i diritti delle donne in Malawi e per il diritto alle cure. In questo libro racconta, in modo esemplare e mai melenso, il suo percorso verso la serenità.
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Pacem Kawonga, Un domani per i miei bambini, Piemme editore, Milano 2013, pp. 195, 16.50 euro
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