Un saggio intenso e dolente, quello appena pubblicato da Chiara Valentini. Il titolo, O i figli o il lavoro suona come un aut aut, in questa Italia ancora troppo indietro sulle politiche di conciliazione, sulla promozione dell’occupazione e dei talenti femminili, sulla reale parità dei diritti tra uomini e donne. È una discesa agli Inferi, quella che compie Chiara Valentini, inviata speciale de «l’Espresso». Una discesa agli Inferi del lavoro in Italia, un Paese dove solo il 46% delle donne lavora, dove la disoccupazione femminile è in crescita e dove le donne nei posti che contano si scorgono al lumicino. L’odiosa pratica delle dimissioni in bianco - ma dovremmo dire “in rosa” considerato che sono proposte alle donne per poterle “congedare” una volta incinte - è solo la punta di un iceberg che sta profondamente sconquassando la vita delle donne, di ogni generazione. Perché ciò che colpisce in questo saggio, è la mole del materiale di ricerca e la trasversalità delle esperienze proposte: ci sono le operaie di Scampia, ma anche le manager della “city” milanese, le precarie che si attrezzano con maglioni extralarge pur di nascondere la pancia e altre donne che rinunciano persino alla maternità per non perdere l’impiego. Ci sono quelle che devono lasciare il lavoro perché “mobbizzate” e quelle che devono lottare per ottenere un quarto d’ora di flessibilità sull’orario di lavoro per andare a prendere a scuola i bambini. Ci sono dottoresse della Sanità pubblica, sindacaliste, impiegate: ci sono donne, madri, soprattutto lavoratrici che chiedono diritti. Ora, subito.
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