Tabucchi, saggi di una vita tra letteratura e cinema

Il più delle volte, la morte per alcuni intellettuali può significare un lento scivolare nell’oblio. Per alcuni, neppure le revisioni critico-celebrative riescono a far più emergere quanto di buono avevano scritto o detto, ma per Antonio Tabucchi pare tutto differente. E’ accaduto che la consapevolezza e l’inesorabilità della malattia che lo ha portato alla morte due anni fa gli abbia fatto maturare un estremo atto d’amore verso la propria opera in un desiderio di sistemazione della medesima. I celebri tavoli di lavoro di jacobbiana memoria – e cito uno degli esponenti della cosiddetta “terza generazione” perché questo libro è curato dall’esegeta di quel movimento, Anna Dolfi – dovevano essere molti e tra questi non poteva mancare un’antologia critico-letteraria in cui mettere a nudo predilezioni, amicizie, rapporti con il cinema e militanza politico-civile.

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Antonio Tabucchi, Di tutto resta un poco. Letteratura e Cinema. Feltrinelli, Milano 2013, pp. 302, 20 euro

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